Officina Meccanica Pellacani Giuseppe & C. snc
Macchine speciali per la lavorazione di marmo, pietre e granito.
Dove siamo
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Carrara
Città della Toscana, (comune di 71 Kmq;ab 65400) in provincia di Massa Carrara
, a 7 Km dal capoluogo Massa. Situata am 100 s.l.m. ai piedi del versante
tirrenico delle Alpi Apuane, a circa 6 Km dal mare. Carrara è
considerata il principale centro mondiale per la lavorazione e il commercio
del marmo.
Il Duomo (secc XI XIV), con facciata in parte romanica e in parte gotica,
è il monumento più significativo della città; interessanti
sono anche il battistero e le chiese di S.Giacomo, di S.Francesco e
del Carmine. Sulla bella piazza Alberica si affacciano numerosi palazzi
con decorazioni barocche.
Nel cinquecentesco Palazzo Cybo-Malaspina ha sede l'Accademia delle
belle Arti con annesse una Pinacoteca e una Gipsoteca.
STORIA
Nei tre bacini marmiferi di Torano, Miseglia e Colonnata, situati alle spalle di Carrara, sono ancora visibili importanti testimonianze archeologiche relative alla escavazione romana del marmo apuano. Queste cave antiche si sono conservate perché situate in banchi ormai esauriti sin dal IV secolo d.C. e, pertanto, non più utilizzati. Ricerche effettuate negli ultimi anni hanno permesso di identificare importanti aree archeologiche nei siti di Mandria, di Polvaccio nel bacino di Torano; in quelli di Bocca di Canalgrande , Fantiscritti, la Tagliata nel bacino di Miseglia; in quelli di Bacchiotto, Fossacava, Calagio nel bacino di Colonnata.Tra questi siti i più importanti archeologicamente sono quelli di Mandria, la Tagliata, Fossacava. Quest'ultimo sito è quanto rimane di una vera e propria grande cava romana, sicuramente attiva nel I secolo a.C.. La localizzazione e lo studio di queste tracce di escavazione hanno permesso di ricostruire le tecniche estrattive usate dai Romani sulle Apuane e la organizzazione del lavoro di cava e di trasporto aI piano del marmo scavato nel periodo compreso tra il l secolo a.C. ed il IV d.C.
Essi usavano una mano d'opera molto numerosa, fornita in gran parte
dal mondo servile, ed una strumentazione piuttosto articolata che comprendeva
vari tipi di scalpello, vari tipi di mazzuolo e mazza, nonché'
leve ed altri attrezzi, tutti in ferro. lontre, sappiamo che i romani
impiegavano "machinae" piuttosto complesse per il sollevamento
e lo spostamento dei blocchi suI piazzale di cava oltre alla "lizza"
che, praticamente, era un sistema di "scivolo controllato"
del blocco fino al punto di carico.
Le cave romane dell'area lunense, dal nome del centro urbano di luna
che costituiva la sede dei ceti dirigenti ed imprenditoriali, non impiegavano
soltanto schiavi: sono tramandati, infatti, da molte iscrizioni rinvenute
nella zona delle cave i nomi di numerosi tecnici che guidavano il lavoro
di cava o controllavano la produzione e la qualità dei marmi estratti. le qualità del tipo "bianco" furono
senz'altro le più note ed apprezzate
in epoca romana, esse erano impiegate soprattutto nella statuaria, nell'edilizia
pubblica,
sia i tipo religioso che civile, e nell'edilizia privata.
I Romani, però, scavarono in questi bacini ed utilizzarono molti
altri tipi di marmo, dai bardigli, ai neri, ai venati e persino alcuni
tipi di cipollino, come è testimoniato dalle campionature effettuate
nei siti di sicura cavazione romana, recentemente rilevati.
Pertanto, e' possibile affermare che i bacini marmiferi del carrarese
fornirono, in epoca romana, non solo un'enorme quantità di marmo,
ma anche una vasta e varia gamma di qualità che si adattarono
a tutti gli usi di questo materiale.
Il centro direzionale ed il porto commerciale dell'area marmifera era
la città di Luna, situata presso la foce del fiume Magra e fondata
nel 177 a.C.: scavi archeologici effettuati in varie epoche vi hanno
messo in evidenza l'uso imponente e splendido che i Romani vi fecero
dei marmi apuani.
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